Una storia da brividi....
Pagina 1 di 1
Una storia da brividi....
Il nostro punto debole è nel rinunciare. Il modo migliore per avere successo è nell'insistere sempre ancora una volta. (Thomas Edison)
Io aggiungerei un altra cosa sempre di Thoms Edison, magari personalizzandola ai nostri bambini ed al nostro vivere quotidiano.
Ogni qualvolta proviamo qualcosa che faccia rialzare i nostri bambini, una due dieci, mille un milione di volte e NON otteniamo successo...non abbiamo perso...ma abbiamo scoperto solo un milioni di modi diversi per come perdere...ciò sarà sempre un successo.
Il limite di noi uomini è proprio il non essere capaci di distinguere il possibile dall'impossibile;
Questa che vi riporto di seguito è una storia da brividi, non frutto della fantasia ma una semplice storia fatti di semplici gesti e frutto della semplice realtà,
Vi prego leggetela e sono sicuro che troverete una forza maggiore per affrontare, anche oggi, le difficoltà della vita.
La storia del Team Hoyt.
Dick Hoyt si accorse presto che suo figlio nascituro aveva qualcosa che non andava, i medici diagnosticarono un problema cerebrale dovuto a una carenza di ossigeno; il destino per la medicina era segnato e alquanto negativo. Il padre però non si rassegnò a lasciarlo in un istituto, lo prese con sè e inizio a costruirgli un interfaccia per comunicare attraverso un computer con i movimenti della testa. Dopo anni le prime parole digitali di Rick, dopo aver visto una partita di hockey, furono “Go!!”. Dick prese questo come un segno della predilezione del figlio per lo sport e iniziò a portarlo con sè nelle sue sessioni di jogging spingendolo sulla carrozzina. L’allenamento e la passione crebbero, Rick attraverso il computer diceva che “anche se sono disabile correre con mio padre mi fa sentire vivo”, iniziarono le prime gare, le prime lunghe distanze. Il padre spingeva la carrozzina del figlio per miglia e miglia, lo portava su una bicicletta speciale per partecipare alle gare di Triathlon e lo trainava in un gommone legato alle spalle quando nuotava. Nel 1992 percorsero insieme 3.735 miglia tra bici e corsa lungo gli Stati Uniti per 45 giorni, ad oggi hanno partecipato a 229 Triathlon e 66 maratone. Quando chiesero a Rick cosa avrebbe voluto regalare a suo padre rispose “vorrei far sedere mio papa sulla sedia e spingerlo almeno una volta”. http://www.teamhoyt.com/
VI PREGO GUARDATE IL VIDEO
Clicca sul link per vedere il video
https://www.youtube.com/watch?v=GRHxHapwirw
Io aggiungerei un altra cosa sempre di Thoms Edison, magari personalizzandola ai nostri bambini ed al nostro vivere quotidiano.
Ogni qualvolta proviamo qualcosa che faccia rialzare i nostri bambini, una due dieci, mille un milione di volte e NON otteniamo successo...non abbiamo perso...ma abbiamo scoperto solo un milioni di modi diversi per come perdere...ciò sarà sempre un successo.
Il limite di noi uomini è proprio il non essere capaci di distinguere il possibile dall'impossibile;
Questa che vi riporto di seguito è una storia da brividi, non frutto della fantasia ma una semplice storia fatti di semplici gesti e frutto della semplice realtà,
Vi prego leggetela e sono sicuro che troverete una forza maggiore per affrontare, anche oggi, le difficoltà della vita.
La storia del Team Hoyt.
Dick Hoyt si accorse presto che suo figlio nascituro aveva qualcosa che non andava, i medici diagnosticarono un problema cerebrale dovuto a una carenza di ossigeno; il destino per la medicina era segnato e alquanto negativo. Il padre però non si rassegnò a lasciarlo in un istituto, lo prese con sè e inizio a costruirgli un interfaccia per comunicare attraverso un computer con i movimenti della testa. Dopo anni le prime parole digitali di Rick, dopo aver visto una partita di hockey, furono “Go!!”. Dick prese questo come un segno della predilezione del figlio per lo sport e iniziò a portarlo con sè nelle sue sessioni di jogging spingendolo sulla carrozzina. L’allenamento e la passione crebbero, Rick attraverso il computer diceva che “anche se sono disabile correre con mio padre mi fa sentire vivo”, iniziarono le prime gare, le prime lunghe distanze. Il padre spingeva la carrozzina del figlio per miglia e miglia, lo portava su una bicicletta speciale per partecipare alle gare di Triathlon e lo trainava in un gommone legato alle spalle quando nuotava. Nel 1992 percorsero insieme 3.735 miglia tra bici e corsa lungo gli Stati Uniti per 45 giorni, ad oggi hanno partecipato a 229 Triathlon e 66 maratone. Quando chiesero a Rick cosa avrebbe voluto regalare a suo padre rispose “vorrei far sedere mio papa sulla sedia e spingerlo almeno una volta”. http://www.teamhoyt.com/
VI PREGO GUARDATE IL VIDEO
Clicca sul link per vedere il video
https://www.youtube.com/watch?v=GRHxHapwirw
Argomenti simili
» La mia storia
» La Storia di.....
» La storia di Domenico
» Una bella storia
» Storia di Francesco e Alessandro
» La Storia di.....
» La storia di Domenico
» Una bella storia
» Storia di Francesco e Alessandro
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|